Il Fraticello Pitagorico si racconta........
Testimonianza raccolta da S.lla Guendalina Murgia
Associazione Volontari Telematici - Medici e Assistenti Sanitari
- ITALIA - INDIA
"Sono
ormai trascorsi 47 anni dal mio primo natale in India, a Meerut; eppure lo ricordo ancora.
Quelli erano gli anni difficili; i primi dopo l'indipendenza per l'India, ed i primi del
dopo guerra per l'italia. E furono davvero duri; anche se lo zelo, l'entusiasmo e la
gioventu' aiutarono molto ad accettare le tante privazioni che dovetti affrontare.
Per il Diwali - "la festa della luce" - avevo visto tante
botteghe, case, vie illuminate, ed i negozi ben forniti di dolci, di giocattoli, di
articoli da regalo. Ma quando si avvicinava il Natale non vedevo niente di speciale; tutto
era ripiombato nell'ambiente della vita ordinaria di un popolo povero, fino ad allora
sfruttato da potenze straniere. Provavo una grande nostalgia per la nostra patria; ma
accettai tutto come parte di quella scelta alla quale ero stato chiamato. Il figlio di
Dio, aveva accettato sacrifici immensamente piu' grandi. E questo pensiero fu la mia
forza.
..............Dopo 6 mesi dal mio arrivo, il Padre Superiore mi chiese di fare il
presepio.........
A Meerut mi proposi di fare il meglio che potevo. Gli anni precedenti il
presepio lo faceva il sagrestano, sopra un tavolo, con poco piu' che le statue messe senza
criterio, e con un cencio celeste appuntellato su 4 paletti legati alle 4 gambe del
tavolo, e quello doveva rappresentare il cielo.
Dovetti trovare tavole, casse vuote, legno, pali, frasche, pennelli e
colori, e tanta carta per fare colline, e la capanna a tipo roccia. Per fortuna il Padre
Superiore, che non aveva mai speso cosi' tanto per un presepio, acconsenti', ed anche mi
incoraggiava. Il trapano, la sega e gli altri arnesi portati dall'Italia mi furono di
valido aiuto. Frugai in un ripostiglio di roba vecchia, dove trovai un monte di roba che
mi serviva, e vi trovai persino un girarrosto a molla con campanello - chissa' come sara'
capitato li'....?!!?? - che mi funziono' a meraviglia per fare il molino a vento. Un
vecchio ventilatore, che partiva solo quando gli si dava la spinta, servi' per mettere in
moto un congegno di pulegge (in realta' rocchetti di filo) e di cinghie (fili di spago
intrecciato) che alzavano dei martelletti di legno i quali andavano a picchiare, a
rotazione , su campanelli di biciclette. Sembrava uno scampanio a distanza. Non avevo uno
scenario per lo sfondo. Feci comprare un sari celeste; con la carta argentata fabbricai le
stelle....ed anche la luna dorata; e perfino la stella di Betlemme. Con lampade velate di
celofan blue ottenni sufficientemente l'effetto di una notte piena di stelle e di mistero.
Non avevano mai visto un
presepio come quello. Dinnanzi, una grande calca. Prima di curiosita', poi la devozione.
Le mamme portavano i loro piccoli a baciare il Bambinello ed a deporre due soldini dinanzi
alla culla. Mancava tutto a quel Poverino , e doveva fare un grande freddo in quella notte
gelida. Io in disparte, osservavo ed ascoltavo i commenti e le preghiere. Qui' erano i
veri poveri che erano venuti a fare omaggio a Gesu'.
Quell'anno
mi mancavano i vestiti nuovi, i dolci, i regali, la pompa e tutta la coreografia delle
feste Natalizie in Italia. Ma non ebbi piu' nostalgia per queste cose. Il vero
"Presepe" in cui nacque Gesu' a Betlemme deve essere stato umile, semplice,
povero proprio come questo.
Mi commossi, pieno di gioia serena...ed anche versai lacrime, inosservato.
Auguro a tutti la vera gioia del mio primo natale in India.
Padre Lanfranco
Frate Cappuccino Missionario in India
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